Nebbia, la strada è sterrata e in salita. Perché
c’è sempre la nebbia nei sogni che faccio in poltrona, non l’ho mai capito.
Freddo e fatica alle gambe, tocca arrivare in cima, sfidando l’aria gelida con
la coperta che mi avvolge fino a farmi sembrare l’ombra antica di mia nonna che
si vestiva nel dopoguerra con le stoffe che contenevano i viveri mandati dal
cielo. La cabina telefonica è in alto, il vento è contrario e rallenta i miei
passi, ma devo farlo, chiamare mia madre e dirle del mio ultimo esame. In mano
due gettoni. 50 metri ancora, 40. 30. Adesso 10. “Pronto, mamma, mi senti?”. Lei risponde ma non sembra sentirmi, sento la
tv, sento la voce di lei e forse anche quella degli altri, ma non ci sentiamo.
Nessuna colpa, dentro la cabina telefonica fa meno freddo ma il filo è rotto,
non me ne ero accorta, provo a sistemarlo e a ricacciare dentro l’ultimo
gettone rimasto che l’apparecchio telefonico aveva sputato via, ma cade, rotola
fuori l’abitacolo, allungo la mano per raccoglierlo e vengo svegliata dal
frastuono del telefonino che ho in tasca. Mi chiedo: ma quanto è profondo il nostro
inconscio che riesce a farci sognare una cabina telefonica quando abbiamo in
tasca un iPhone?. Sigmund Freud 1- Steve Jobs 0.
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mercoledì 1 novembre 2017
mercoledì 18 ottobre 2017
Dimmi quanti calzini spaiati hai e ti dirò chi sei
Un solo calzino spaiato. Ci sono delle buone probabilità che tu stia
mentendo, che in realtà siano molti di più i tuoi calzini spaiati, ma io sono
fiduciosa nel genere umano spaiato per natura, e voglio crederti. Sicuramente
sei un tipo abbastanza ordinato, che hai molta cura delle tue cose, forse solo
delle tue e mi viene quindi il dubbio che tu sia un po’ egoista e probabilmente
tirchio, uno di quelli che pur di non ricomprare un paio di calzini, conta
quelli che ha nel cassetto tutte le sere prima di andare a letto. Una valida
alternativa alle pecore. Di certo posso dirti che le nostre strade non si
incontreranno mai e se si dovessero incontrare, ti spaierei ogni notte ciò che
il giorno fatica a ri-appaiare.
Due calzini spaiati. Sei una
persona equilibrata, ti piace fare le cose per bene e ogni tanto ti concedi
pure qualche vizio, come ad esempio, esagerare con i biscotti, entrare in qualche
negozio di intimo senza essere visto, sai stendere i panni dal lato giusto e
sai far quadrare sempre i conti. In caso di due calzini spaiati, saresti capace
di accoppiare i superstiti per non ammettere la sconfitta. Ma la tua etica e la
tua morale te lo impediscono. Di certo io e te non ci conosciamo, ma mi
piacerebbe incontrarti in un sexy shop o fotografarti mentre stendi i panni.
Tre calzini spaiati. Sei una
persona loquace, hai una buona dialettica, spesso confondi ritardo e anticipo e
i tuoi appuntamenti con gli altri suonano sempre con frasi del tipo “ci vediamo
in zona stasera”, “ti chiamo appena mi libero, tu preparati”, “dimmi dove sei
che se posso ti raggiungo”. Gli altri ti accettano come sei. Tu pure. I tre
calzini spaiati non li butti subito, per un po’ li tieni su una sedia,
fiducioso nel ritrovamento. Sicuramente io e te abbiamo fatto un pezzo di
strada insieme, o forse ci siamo baciati all’uscita di un locale ma non
ricordiamo il nome. Non del locale, il nostro.
Quattro calzini spaiati. Sei una
persona brillante. Ti piace giocare con le posate mentre aspetti la seconda
porzione del tuo piatto preferito. Ti capita di perdere documenti importanti ma
anche di ritrovare banconote dimenticate in giacche seppellite nel tuo armadio.
La tua lista degli amici è come quella della spesa: aggiungi, togli,
dimentichi, ritrovi, senza mai trascurare però gli affezionati. Se le cose non
stanno come dici, non ti arrendi, ti affidi alla magia, riformuli e convinci la
platea dei tuoi ascoltatori che ciò che vedono non sono calzini diversi, ma solo
la variante su tema del tuo calzino preferito. Io e te ci conosciamo e ci siamo
fatti riapparire e sparire più volte vicendevolmente. Non importa se in questa
o in un'altra vita.
Cinque calzini spaiati. Sei una persona
interessante. Non so a chi ma di certo
interessi, piaci, incuriosisci. L’ordine non è il tuo forte e la tua forza è
fregarsene. Per te i conti non devono quadrare per forza, tu ai quadrati, preferisci
i girotondi, gli scambi, le frasi incompiute e i puntini di sospensione. Il
senso pratico non ti manca ma non ti ricordi dove lo hai messo. Su alcune cose
hai le idee chiare: se vedi due persone pensi a una coppia, se ne vedi tre
pensi a una storia d’amore, se ne vedi cinque pensi ad una festa. Su altre devi
ancora farti un’opinione e alcune domande ti tormentano: “cosa fanno i calzini
mentre tu non ci sei?” Di certo io e te facciamo le stesse ricerche su internet
e abbiamo la stessa analista o la stessa identica infanzia contorta anche se in
punti diversi.
Più di cinque calzini spaiati. Ti
piace la vita, calpestare l’erba, inciampare sui problemi degli altri. Sei un
tipo determinato, indeciso, risoluto, propositivo, oppositivo, pigro come un
gatto, caparbio come un salmone in risalita. I tuoi calzini spaiati sono più di
cinque e gli altri, quelli che rovinosamente resistono in coppia, non sono
ordinati spasmodicamente in un cassetto, ma vivono liberi di accoppiarsi come
meglio credono. Tanto per te, non è un problema fare tardi a lavoro, perché la
libertà viene prima di ogni cosa. Io e te, abbiamo già un biglietto per il
prossimo viaggio e un appuntamento senza orario nei pressi di una linea gialla.
Ho usato il maschile, perché noi
donne, con tutte le cose che abbiamo da fare, non possiamo mica metterci a
contare i calzini spaiati!
domenica 1 ottobre 2017
Due cose pazzesche
Due cose pazzesche.
La prima è che sono viva. La seconda è che anche tu
che leggi sei vivo.
Adesso possiamo decidere se ignorarci, farci la
guerra, sfidarci, boicottarci, amarci, toccarci, collaborare. Io fossi in te, deciderei di collaborare. Anche
perché ho un trasloco da fare.
mercoledì 27 settembre 2017
Una cosa pazzesca
Pronto? Sei appena rientrato?
Verresti a controllare se sono viva o morta? Non
sto scherzando. Non posso decidere da sola se sono morta. Nessuna morte si è
mai auto-confermata. È indispensabile la presenza di qualcuno, lo so, è
assurdo, una cosa preziosa come la propria morte, la può verificare solo
qualcun altro. Se capita che muori, e capita, non puoi verificarlo da solo e
non puoi darne notizia. Altro che libertà. Altro che democrazia. Lo so mi
dispiace farti scomodare, e poi è mercoledì ed è il giorno in cui tu finisci
prima di lavorare e potresti startene tranquillo davanti la tua serie tv
preferita. Ma ho bisogno di sapere se sono viva o morta. Sto cercando di capirlo
da sola, provando a ricordare tutte le nozioni che ho dell’inferno e ad occhio
e croce ci sono finita in pieno. Dai, vieni. Dai, solo una sbirciatina. Se sono
viva, svegliami: devo raccontarti una cosa pazzesca!
Link immagine: taryndraws
mercoledì 20 settembre 2017
ore diciannove
Sapete quella storia che c’è un tempo per la semina
e uno per la raccolta? Credo c'entri la Bibbia. O forse la natura. E anche se a
me ne parlò per primo Fossati, la voce più accreditata resta quella dei vangeli
sinottici ovviamente, quando Matteo, Marco, Luca, Tommaso, raccontarono la
parabola del seminatore. Marx spostò il problema dal ruolo della semina al
ruolo dei contadini. E anche quando dopo il 18 Brumaio il contadino che decise
di liberarsi del suo appezzamento di terreno si fece contadino rivoluzionario,
anche allora, vi era un tempo per la semina e uno per la raccolta. Oggi io
voglio dirvi che se è vero che c’è un tempo per ogni cosa, c’è un’ora del
giorno buona per fare una cosa: per fare pace. Le 19:00. Alle 19 ti arrendi.
Quello che sei riuscito a fare, bene, per quello che non hai fatto, ci sarà
tempo domani. Fai pace con i pensieri peggiori, è l’ora giusta per bersi una
birra o un bicchiere di vino, a secondo delle tue preferenze etiliche. Puoi far
scatenare la notte e tutte le sue perversioni, distorsioni, magie. Puoi fare
pace anche col vicino, anzi ti consiglio di uscire da casa, bussare alla sua
porta e offrirgli il tuo bicchiere. Alle 19 le ansie smettono di lottare, se
per minuti o per ore, quello dipende da te, dal tuo temperamento e dalla
gradazione alcolica. Non sei più arrabbiato. Potresti anche prendere il
telefono e chiamare quel bislacco che è sparito col tuo sorriso e ti ha lasciato
solo perché non sei soda come Fausta. Ma per quest’ultimo passaggio aspetterei
le 20, quando tutto tornerà normale.
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