Sapete quella storia che c’è un tempo per la semina
e uno per la raccolta? Credo c'entri la Bibbia. O forse la natura. E anche se a
me ne parlò per primo Fossati, la voce più accreditata resta quella dei vangeli
sinottici ovviamente, quando Matteo, Marco, Luca, Tommaso, raccontarono la
parabola del seminatore. Marx spostò il problema dal ruolo della semina al
ruolo dei contadini. E anche quando dopo il 18 Brumaio il contadino che decise
di liberarsi del suo appezzamento di terreno si fece contadino rivoluzionario,
anche allora, vi era un tempo per la semina e uno per la raccolta. Oggi io
voglio dirvi che se è vero che c’è un tempo per ogni cosa, c’è un’ora del
giorno buona per fare una cosa: per fare pace. Le 19:00. Alle 19 ti arrendi.
Quello che sei riuscito a fare, bene, per quello che non hai fatto, ci sarà
tempo domani. Fai pace con i pensieri peggiori, è l’ora giusta per bersi una
birra o un bicchiere di vino, a secondo delle tue preferenze etiliche. Puoi far
scatenare la notte e tutte le sue perversioni, distorsioni, magie. Puoi fare
pace anche col vicino, anzi ti consiglio di uscire da casa, bussare alla sua
porta e offrirgli il tuo bicchiere. Alle 19 le ansie smettono di lottare, se
per minuti o per ore, quello dipende da te, dal tuo temperamento e dalla
gradazione alcolica. Non sei più arrabbiato. Potresti anche prendere il
telefono e chiamare quel bislacco che è sparito col tuo sorriso e ti ha lasciato
solo perché non sei soda come Fausta. Ma per quest’ultimo passaggio aspetterei
le 20, quando tutto tornerà normale.
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