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venerdì 27 aprile 2018

Le farfalle

Quando Lei, la mia amica, mi ha detto di avere le farfalle allo stomaco, mi sono subito messa in posizione da Cioè anni ottanta, pronta all’ascolto e a sciorinare strategie riciclate di conquista, seduzione, abbandono a tempo, e reconquista. Mi aspettavo il solito nome che finisce per –o. Come Antonio, Federico, Alberto, Umberto, Francesco, Alessandro. O che ne so, Vittorio. Ma si sa, nei nostri racconti, i nomi sono l’ultima cosa a comparire, prese come siamo, dai fatti, dai pensieri dalle parole, dalle missioni.
Lei non ci dorme la notte. Lei adesso ha capito che stavolta è tutta un’altra cosa. Lei adesso dice che forse io non posso capirla. Lei adesso pensa che neanche tra noi sarà più la stessa cosa. Lei adesso racconta di essere dispiaciuta di non averci provato prima. Lei adesso mi dice che per la prima volta lei non ama un lui ma una lei e la sua Lei ha i capelli fino al culo come i mei. Io adesso la odio. Io adesso non sopporto questa che ha i capelli lunghi come i miei. Io non sarei mai stata gelosa di un lui con le farfalle allo stomaco. Ma di una lei  con i capelli come i miei, sì.  Del resto come si potrebbe essere gelosi di un uomo che in media, le uniche farfalle che sente allo stomaco, sono forse le farfalle Barilla che gli prepara la mamma. Io adesso sono gelosa di questa lei che non so neanche come si chiama (e non voglio saperlo), che ha fatto perdere il sonno alla mia amica. Anzi della mia amica, adesso, non m’ importa più nulla, voglio subito conoscere lei, visto che me ne ha parlato così bene. 

venerdì 13 aprile 2018

il mondo diviso per categorie: i nutrizionisti

I nutrizionisti sono come il colesterolo: c’è quello buono e c’è quello cattivo.
Il 90% dei nutrizionisti che rappresenta il colesterolo buono è formato dalle mamme o da figure femminile materne.  Le mamme nutrono, ci preparano da mangiare e quando i figli si allontano la prima cosa che chiedono (per le anaffettive va bene anche l’unica) è: “hai mangiato? Cosa hai mangiato?”. Non importa se il figlio si è appena allontanato da casa o se vive a km di distanza ormai da 15 anni, la domanda di rito resta sempre la stessa. Il restante 10% è costituto dai bravi nutrizionisti di professione, che sanno ascoltarti, leggere i segnali del tuo corpo, e spesso riescono a guarire fastidi e mal funzionamenti che per anni avevamo cercato di riparare inseguendo inutili teorie o assumendo le medicine sbagliate.

L’entità dei nutrizionisti che rappresentano invece il colesterolo cattivo è di più ardua attribuzione, a causa dell’eterogeneità degli elementi di provenienza e per la diversità della categoria di appartenenze. Difficile parlare di percentuali, in special modo per me, che con i numeri non vado molto d’accordo. I peggiori sono i nutrizionisti improvvisati che si spacciano per professionisti del settore. Inutile ribadirne la pericolosità. Seguono, i dispensatori di consigli, che per il solo fatto di esser riusciti a perdere qualche chilo in qualche giorno, si avvalgono della possibilità di sentenziare sulle cose che fa bene mangiare e quelle da evitare. Poi ci sono i nutrizionisti avvoltoi, che sono quelli che mangiano dal tuo piatto, mentre tu guardi la tv. Infine, ci sono i nutrizionisti dell’anima, che si prodigano in pareri mai chiesti, in gesti affettuosi non graditi,  che vorrebbero nutrirti con le loro parole anche quando tu vorresti un po’ di silenzio per leggere un libro in pace. Questi ultimi provocano nausea. Io li detesto.