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mercoledì 26 luglio 2017

La Virgìn Commedia - laura isaia

E se a guidare Dante nell’inferno ci fosse stata Virginia? Chissà come l’avrebbe presa Travaglio. Immagino poi, la voce angelica di Beatrice  vedendosi spuntare sul ciglio del Paradiso il sommo Poeta in compagnia della virgin fanciulla. Già me la vedo la Raggi, che conduce Dante nel girone degli immigrati e con voce mesta, dopo aver consultato il blog, bisbiglia: “non ti curar di loro ma guarda passa”. Lei che della città eterna è la prima cittadina, accompagna Dante a mirar la di Trevi Fontana e anche lì, lo invita a non sostare, a non spogliarsi, a non immergersi perché di multe in contrappasso ne è pien l’Inferno. Licenzia Caronte, troppo canuto e stanco, vilmente vestito, scevro di economia reale e social network e spedisce Dante su una funivia, fatta costruire coi risparmi della mancata raccolta dei rifiuti, tanto l’Inferno è un posto truce, si sa, ci penserà Beatrice in miglior loco, alla differenziata. E attenti al vin divin, lo si potrà bere solo dopo le 20 e non oltre le due, o a Dante toccherà una specie di Ramadan punitivo per aver sostato troppo sul ciglio del Purgatorio.
Dante sommo Poeta.
No
Dante sommo Profeta.
Arrendetevi, filologi, medievalisti, teologi, antropologi. Dante quel movimento stellato lo aveva già intravisto:
e quindi uscimmo a rimirar le stelle (Inferno)
puro e disposto a salire alle stelle  (Purgatorio)

L’ama che move il sole e le altre stelle” (Paradiso).

mercoledì 19 luglio 2017

Perché muore una balena - Intervento radiofonico


Muore perché si smarrisce e si smarrisce per varie cause. 
La noia disorienta. E anche il mare mosso fa perdere l’orientamento. Spiaggiano perché nessuno se ne accorge prima. Perché non sono munite di nessun segnale radio che gli permetta di comunicare con la terra ferma o con la terra madre o con la madre di tutte le balene. 
Scusate amici radioascoltatori, qui mi correggono, mi dicono che sono munite di segnale radio. 
Qualcuno quindi deve averglielo disattivato. Tutti presi dalle nostre perfomance, tutti esperti di politica e finanza, di cinema e letteratura, tra un selfie, un posto al sole, un amico virtuale, un tatuaggio removibile, un aperitivo impegnato,  una raccolta fondi, una raccolta di firme, un cinema da salvare e un evento a cui non mancare, abbiamo ingorgato lo sfiatamento del cetaceo. Una volta, a noi bastava un concerto punk venuto male per non spiaggiare o un amico vero che ti bussava a casa e si buttava  sul divano insieme a te e anche se non avevate nulla da dire, si espiavano le colpe sociali nei silenzi condivisi che poi si riempivano di musica, citazioni sparse e miele da spalmare. Anche la cover di un pezzo rock aveva il potere di salvarci dal peso stesso del nostro corpo. La nostra unica balena era quella di Melville e il Capitano Achab ci proteggeva dallo spiaggiamento tragico. Perdonate, non so di quale noi io stia parlando e neanche di quale balene. Pubblicità.

domenica 16 luglio 2017

Ma che fa? Lo rifà?


Io non devo superare la linea gialla, Lui quella bianca. 
Sembra un sogno. C’è un grande prato verde, sento mille voci, boati, applausi, silenzi, sospiri, applausi, silenzi sospiri, applausi. Il passo è quello di un gatto ma il cilindro è quello del coniglio, può accadere di tutto, anche che un Dio diventi Re. Io sto in apnea, mi stringo le mani come se fossi in preghiera ma in realtà sto cercando solo di capire se sto sognando. Sì, starò sognando, ci sono principi e principesse accanto a me, deve essere un sogno, io di solito non frequento la famiglia reale. Sono scalza, chiudo gli occhi, c’è e il velluto sotto. Qualcosa rimbalza sopra il mio cuore e poi finisce dritta all’incrocio delle linee. Polvere bianca si solleva appena appena. Deve essere il borotalco che ho messo dopo la doccia. Ma io non uso il borotalco. Vuoi vedere che sta succedendo di nuovo? Vuoi vedere che sta riscrivendo la storia e siamo all’atto finale? Non svegliatemi. Che sono quei numeri? 93 titoli? 19 slam? Che succede?! Ma che fa? Lo rifà? Mani al cielo. Wimbledon 2017. Tutti in piedi suona l’ottava di Roger Federer.

mercoledì 12 luglio 2017

La casa - laura isaia


Accanto alla casa in cui vivi ce n’è sempre un’altra. Anche quando vivi fuori città, su una montagna, in una vecchia contrada. Anche quando cambi casa, l’altra casa, te la porti sempre accanto a te. È la casa dove vivresti felice, con meno turbamenti, dove c’è meno vento ai vetri dalle finestre. Ma non ci entri, non ci abiti, la porti con te. A te basta sapere che c’è. Si invecchia così. Ma è l’unico modo per farlo.


immagine: Yusuke Yonezu