Quando
Lei, la mia amica, mi ha detto di avere le farfalle allo stomaco, mi sono
subito messa in posizione da Cioè anni ottanta, pronta all’ascolto e a
sciorinare strategie riciclate di conquista, seduzione, abbandono a tempo, e
reconquista. Mi aspettavo il solito nome che finisce per –o. Come Antonio,
Federico, Alberto, Umberto, Francesco, Alessandro. O che ne so, Vittorio. Ma si
sa, nei nostri racconti, i nomi sono l’ultima cosa a comparire, prese come
siamo, dai fatti, dai pensieri dalle parole, dalle missioni.
Lei non ci dorme
la notte. Lei adesso ha capito che stavolta è tutta un’altra cosa. Lei adesso
dice che forse io non posso capirla. Lei adesso pensa che neanche tra noi sarà
più la stessa cosa. Lei adesso racconta di essere dispiaciuta di non averci
provato prima. Lei adesso mi dice che per la prima volta lei non ama un lui ma
una lei e la sua Lei ha i capelli fino al culo come i mei. Io adesso la odio.
Io adesso non sopporto questa che ha i capelli lunghi come i miei. Io non sarei
mai stata gelosa di un lui con le farfalle allo stomaco. Ma di una lei con i capelli come i miei, sì. Del resto come si potrebbe essere gelosi di un
uomo che in media, le uniche farfalle che sente allo stomaco, sono forse le
farfalle Barilla che gli prepara la mamma. Io adesso sono gelosa di questa lei
che non so neanche come si chiama (e non voglio saperlo), che ha fatto perdere
il sonno alla mia amica. Anzi della mia amica, adesso, non m’ importa più nulla,
voglio subito conoscere lei, visto che me ne ha parlato così bene.
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