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lunedì 28 agosto 2017

Papaveri rossi - laura isaia

La strada è quella di un sentiero di montagna. 
In salita. 
Assolata. 
Lui è un uomo dall’età imprecisata, potrebbe essere padre, marito, un compagno di strada, un abitante di questo mondo; trascina un sacco con dentro tante cose, dice. Racconta che ciò che porta ha un peso insostenibile. Racconta di trascinare pure lei in questo sacco. Lei, potrebbe essere moglie, figlia, compagna di strada, un’abitante di questo mondo; non vive dentro un sacco trascinato, vive accanto, spesso è però vero che la sua ombra finisce dentro il sacco, soprattutto quando il sole è alto. E in salita il sole è sempre alto. Lui fatica a trascinare Lei, Lei fatica a stargli accanto ma è l’unica strada che conosce. Lui lamenta dolori. Lei vorrebbe farsi leggera per non gravare sul sacco. Lei vorrebbe che la sua ombra non pesasse sul sacco. Lui urla di rabbia la sera, di rabbia e di stanchezza. Lei decide di non fermarsi più a mangiare le bacche. Decide di non pesare per alleggerire il sacco. Vorrebbe essere sottile, vorrebbe imparare a sparire. E ci riesce. Smette di nutrirsi e cade in un burrone. La morte non la sente, perché chi può controllare il cibo, crede di poter controllare il mondo. 
Lui prosegue la sua strada. E continua a narrare di questo sacco pesante e di quanto sia difficile trascinare lei.
Lei è dentro un burrone da giorni, non ha più peso e presto volerà via come un petalo di un papavero rosso. 
Fine storia triste di una testa anoressica.

fonte immagine: Ofra Amit

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