In
salita.
Assolata.
Lui è un uomo dall’età imprecisata, potrebbe essere padre,
marito, un compagno di strada, un abitante di questo mondo; trascina un sacco
con dentro tante cose, dice. Racconta che ciò che porta ha un peso
insostenibile. Racconta di trascinare pure lei in questo sacco. Lei, potrebbe essere moglie, figlia, compagna di
strada, un’abitante di questo mondo; non vive dentro un sacco trascinato, vive
accanto, spesso è però vero che la sua ombra finisce dentro il sacco,
soprattutto quando il sole è alto. E in salita il sole è sempre alto. Lui
fatica a trascinare Lei, Lei fatica a stargli accanto ma è l’unica strada che
conosce. Lui lamenta dolori. Lei vorrebbe farsi leggera per non gravare sul
sacco. Lei vorrebbe che la sua ombra non pesasse sul sacco. Lui urla di rabbia
la sera, di rabbia e di stanchezza. Lei decide di non fermarsi più a mangiare
le bacche. Decide di non pesare per alleggerire il sacco. Vorrebbe essere
sottile, vorrebbe imparare a sparire. E ci riesce. Smette di nutrirsi e cade in
un burrone. La morte non la sente, perché chi può controllare il cibo, crede di
poter controllare il mondo.
Lui prosegue la sua strada. E continua a narrare di
questo sacco pesante e di quanto sia difficile trascinare lei.
Lei è dentro un
burrone da giorni, non ha più peso e presto volerà via come un petalo di un
papavero rosso.
Fine storia triste di una testa anoressica.
fonte immagine: Ofra Amit
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