Certi giorni, sembra, che chi mi circonda mi
vorrebbe muta e senza pensieri. Ecco
perché mi ritrovo spesso sola a casa in silenzio (bugia, sono appena stata al
bar con tre mie amiche a schiamazzare, a parlare di oroscopo, del potere del gelsomino
e della crema di caffè ma, nominare una solitaria solitudine mi conferisce
quell’aria da vittima che rende più saggia l’immagine che ho di me).
Dunque, dicevo che pare che a me non sia più
concesso dire nulla; se parlo con le mamme, mi dicono: «ma tu che ne sai di bambini, tu non sei mamma», se parlo
con persone senza lavoro mi dicono «ma tu
che ne sai, tu ce l’hai un lavoro e pure bello»,
se parlo con le amiche mi dicono «ma tu
che ne sai, tu non ce l’hai un fidanzato» (tesoro
scusami, loro non lo sanno che esisti altrimenti avrei dovuto dirgli il tuo
ascendente e io non me lo ricordo mai!), se parlo di fotografia, stessa cosa «ma che ne sai tu di acidi e sali d’argento, non eri
neanche nata…». E invece sì, ero nata, e le foto appese come
panni stesi le ho viste nella camera oscura di mio nonno. Credo di aver perso
il filo del discorso, adesso. Ah, sì, ecco. Ho una cosa da dire, anche se sicuramente non
me ne darete licenza, ma la dico direttamente ai bambini (che ovviamente non
leggono i blog, però qualche stronzo adulto dovrà pur dirglielo): bambini NON
ABBIATE PAURA DELLA NOIA. Non è un mostro a 5 teste, è uno scatolone dove
potrete metterci dentro ciò che volete e solo quando ne avrete voglia. La NOIA
non è una strega, è una frustrazione meravigliosa che quando la contieni è meglio
di un aquilone a primavera, all’inizio può sembrare pericolosa ma non fa
sanguinare, è morbida, morbida come un fiore. Ecco. L’ho detto. Spero che ne abbia convinto almeno uno e non
perché io sia così buona con i bambini, qualcuno l’ho pure mangiato, ma il
mondo ha bisogno di un nuovo Baudelaire.
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